Vertenza Caremar, i sindacati non revocano lo sciopero


Vertenza Caremar, i sindacati non revocano lo sciopero

“Apprendo con stupore dalla Caremar che le organizzazioni sindacali confederali – nonostante la disponibilità espressa dalla società a venire incontro alle loro richieste - hanno dichiarato di non voler revocare lo sciopero proclamato per lunedì prossimo, 17 ottobre, motivando questa posizione con ragioni di ordine politico riguardanti la privatizzazione della società, che dovrà essere attuata nei prossimi mesi e che, come ormai sanno tutti, è un obbligo che da tempo ci impone l’Unione Europea.” Queste le parole dell'assessore ai Trasporti e alle attività produttive della Regione Campania, Sergio Vetrella, sulla mancata revoca dello sciopero della Caremar, indetto per lunedì prossimo, 17 ottobre 2011.

“Una decisione grave – dice l’assessore - ed evidentemente strumentale, che rischia di danneggiare non solo gli utenti dei servizi di collegamento marittimo, ma anche i lavoratori e l’immagine dell’azienda. Tanto più che proprio le richieste su cui la Caremar ha dato la propria disponibilità erano state poste dai sindacati stessi come uniche ragioni alla base dello sciopero; in particolare sul primo punto in discussione – relativo agli avanzamenti di grado per il personale navigante che ha svolto mansioni superiori relativamente all’accordo di trasferimento del ramo d’azienda Laziomar – i sindacati hanno espresso la propria soddisfazione per l’apertura della compagnia, così come l’avevano espressa in occasione dell’incontro che abbiamo tenuto insieme qualche giorno fa per portare a positiva conclusione la vertenza. In quell’occasione ho illustrato ai sindacati i termini della privatizzazione, assicurando che la Regione sarà loro accanto per il rispetto delle condizioni contrattuali e la tutela dei lavoratori”.

“Una scelta – conclude Vetrella - della quale, dunque, i sindacati si prendono tutta la responsabilità per le conseguenze negative, anche di natura economica, che lo sciopero potrà comportare, soprattutto in una fase così delicata come quella attuale, che precede, cioè, l’avvio del bando in cui dovremmo, semmai, valorizzare la compagnia invece che danneggiarla, proprio per trovare un acquirente in grado di garantire un futuro di rilancio e di sviluppo per la società e i suoi dipendenti, oltre che per il sistema dei servizi di trasporto via mare”.