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Nuovi Musei, arriva in Campania l'amarcord dei giocattoli

Nuovi Musei, arriva in Campania l'amarcord dei giocattoli

Barbara Millicent Roberts, detta Barbie, occupa un’intera vetrina. Come Pinocchio. Vere icone del mondo dei giocattoli. Ma a vederle tutte le vetrine si rimane incantati. La memoria si ripopola di orsi di peluche, pupazzi, bambole e case di bambole, automi, dame, trenini e teatrini, automobili, soldatini, mezzi militari e spaziali, giochi da tavolo, a partire da quello dell’Oca, antico come il mondo.

 

Legno, latta, stoffe e cartone i materiali d’antan. Ingap, Bell, Cardini, Lenci le grandi fabbriche italiane e poi le auto di Carette, i clowns di Günthermann, i piccoli automi di Ferdinand Martin, gli orsetti di Steiff e, per venire ai personaggi, Pulcinella in compagnia degli antichi Punch inglesi e Polichinelles francesi, i Pinocchi più rari come pure i Fortunelli, il Signor Bonaventura, i Topolini, Paperini e tutto il favoloso mondo Disney.

 

Ottocentocinquanta memorabili pezzi tutti in mostra nel museo del giocattolo dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Un ritrovo dell’infanzia e dei suoi oggetti più amati, come ne esistono nelle grandi città italiane ed europee. La struttura nasce dall’incontro tra il Suor Orsola, uno dei principali centri di studi e ricerche nel campo dell’educazione e dell’infanzia, e Vincenzo Capuano, docente presso la stessa università e tra i più grandi e raffinati collezionisti di giocattoli antichi.

 

Il museo non si ferma, però, alle 25 vetrine ricche di preziosi e indimenticabili giocattoli. Il progetto ha coniugato, infatti, tradizione espositiva e multimedialità. Con l’iPad, in dotazione gratuita durante la visita, si può interagire con gli oggetti d’infanzia, rivestendo virtualmente le bambole più amate, scolpendo il legno come nel capolavoro di Collodi o approfondendo le informazioni e le immagini dei giocattoli esposti. Disponibile anche un sito web del museo con applicazioni di ricerca ad hoc e generazione di sale virtuali.

 

Il museo (dedicato a Ernst Lossa, bambino zingaro ucciso dai nazisti nel 1944 e diventato simbolo dell'infanzia negata) è stato realizzato col contributo della Regione Campania a carico della legge regionale sulla promozione e valorizzazione delle università campane.

 

Info e approfondimenti su www.museodelgiocattolodinapoli.it

 

mail: museodelgiocattolo@unisob.na.it.