21/06/2013 - Comunicato n.449 - Fiore…come me, presentato libro Covella su dieci donne uccise dalla criminalità. Caldoro: Regione finanzia centri anti-violenza


21/06/2013 - E' stato presentato stamattina in Sala Giunta dal presidente della Regione Campania Stefano Caldoro il libro "Fiore...come me", scritto da Giuliana Covella e promosso dalla Fondazione Polis per le vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati.

Il libro ripercorre le storie di dieci donne uccise dalla violenza criminale: Teresa Buonocore, Enza Cappuccio, Nunzia Castellano, Giuseppina Di Fraia, Fiorinda Di Marino, Emiliana Femiano, Mena Morlando, Palma Scamardella, Matilde Sorrentino, Gelsomina Verde.

All'incontro, introdotto da una lettura dell'attore Ferdinando Maddaloni, sono intervenuti, oltre all'autrice, il presidente della Fondazione Polis Paolo Siani e il vicario episcopale per la Carità della Diocesi di Napoli don Tonino Palmese.

"Il problema della tutela delle donne vittime di violenza e dei più deboli in genere non va sottovalutato, occorre che ognuno faccia la propria parte", ha evidenziato il presidente Caldoro.

"La Regione ha stanziato 4,5 milioni del fondo nazionale dedicato alle politiche sociali per finanziare i centri anti - violenza e dare maggiore efficacia alle politiche di contrasto.

"Il libro di Giuliana Covella non solo serve a fare memoria delle donne uccise ma anche a focalizzare l'attenzione di tutti sul tema del femminicidio, quantomai attuale", ha concluso il presidente.

"L'aiuto alle vittime innocenti di criminalità e la lotta a tutte le forme di violenza è una priorità assoluta di questa Regione e speriamo che lo diventi anche a livello nazionale", ha sottolineato Paolo Siani.

"Per noi familiari delle vittime è fondamentale sentire la più importante istituzione locale al nostro fianco", ha aggiunto il presidente della Fondazione Polis, che ha poi spiegato il senso di questo nuovo progetto editoriale: "Vogliamo diffondere la cultura della legalità raccontando la storia criminale di questo Paese dalla parte delle vittime e non dei carnefici, anche per affermare un'immagine diversa del nostro territorio: qui si fa un'ottima antimafia". 

"Affinché fatti così gravi non accadano mai più occorre ricordare e raccontare queste storie", ha sottolineato Giuliana Covella.

"Siamo di fronte a storie di esistenze che sono un dono alla nostra democrazia, come tutti i familiari delle vittime innocenti della criminalità", ha concluso don Tonino Palmese.