Aree crisi, Caldoro: "150mln per sviluppo e occupazione"
“Un lavoro di mesi, messo in campo insieme con il mondo delle imprese e i sindacati”. Con queste parole il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ha spiegato la delibera della Giunta con la quale sono stati individuati 150 milioni, all'interno del Piano di azione e coesione, da destinare alle 5 aree di crisi regionali. Il governatore ha ricordato che il protocollo che la Regione sottoscriverà con il Ministero dello Sviluppo economico, “è un atto che ha bisogno di un'intesa, quindi sul tavolo nazionale, e che necessita di un'azione che sia contestuale e parallela, cioè lo sblocco dei fondi dal Ministero dell'Economia”. Caldoro ha concluso sottolineando che con l'attuale ministro della Coesione territoriale, Carlo Trigilia, “stiamo proseguendo sul percorso che abbiamo cominciato con il suo predecessore Fabrizio Barca”.
Durante la conferenza stampa, che si è tenuta in sala giunta di palazzo Santa Lucia, sono intervenuti gli assessori Fulvio Martusciello (Attività produttive) e Severino Nappi (Lavoro), e i rappresentanti dei sindacati. Le zone interessate dagli interventi messi in campo sono: i comuni della provincia di Avellino e Caserta, quelli dell'area di Airola, Acerra e Castellamare di Stabia, per un totale di 60 comuni che comprendono una popolazione di circa 1 milione di abitanti.
“E’ una grande soddisfazione per il nostro assessorato” ha affermato Martusciello. “Portiamo a termine un percorso che avevamo iniziato qualche mese fa con il ministero delle attività produttive. Sono 150 milioni di euro per le aree di crisi della Campania, per riassorbire i lavoratori usciti dal ciclo produttivo con interventi immediati”.
“E’ una misura che nasce dal Contratto Campania ed è una buona prassi che la regione mette in campo” ha detto Nappi. “E’ un processo concordato e condiviso con le parti sociali e con le istituzioni. Un percorso iniziato nel 2012 e che con tempi rapidi ci da un esempio concreto di come la Campania può essere modello di una politica che recupera percorsi di industrializzazione in modo organico”.