Il fenomeno
Descrizione.
Il termine "bradisismo" deriva dal greco bradýs (βραδύς), "lento" e seismós (σεισμός), che significa scossa. È una deformazione del suolo che comporta fasi di lento abbassamento (subsidenza) alternate a fasi di sollevamento più rapido. Il fenomeno è noto, anche se con caratteristiche specifiche, in diverse caldere vulcaniche nel mondo (es. Long Valley, U.s.a.; Rabaul, Papua Nuova Guinea) tra le quali quella italiana dei Campi Flegrei. Il sollevamento rapido può essere accompagnato da numerosi terremoti (sciami sismici) che generalmente non raggiungono magnitudo elevate ma, essendo molto superficiali, si avvertono facilmente e potrebbero in alcuni casi provocare danni a edifici e infrastrutture.
Le cause.
Le deformazioni del suolo che caratterizzano il bradisismo, a cui è associata l’attività sismica, sono legate alla dinamica vulcanica della caldera.
Le caldere sono strutture vulcaniche morfologicamente ribassate, diverse dal tipico vulcano con edificio a cono. Studi specifici sull’attività delle caldere indicano che i periodi di “unrest” (fase di “agitazione” di un vulcano) di lunga durata sono spesso non eruttivi, cioè le crisi bradisismiche in molti casi non culminano in un’eruzione. Tuttavia, in alcuni casi anche nelle caldere gli “unrest” possono precedere un’eruzione.
Sulle cause del sollevamento c’è ancora dibattito all’interno della comunità scientifica. Alcuni ricercatori lo attribuiscono all’incremento delle temperature e della pressione dei fluidi presenti nel sistema idrotermale, in risposta ad eventi di degassamento dovuti anche a risalite di magma; altri ritengono, invece, che il fenomeno sia direttamente relazionato, in tutto o in parte, ad apporti di magma a livelli della camera magmatica superficiale.
Gli effetti.
La lenta deformazione del suolo, nella fase di sollevamento rapido a cui è associata l’attività sismica, potrebbe compromettere la funzionalità di alcune infrastrutture (come reti idriche, del gas o banchine portuali) ma anche provocare lesioni di piccola entità a elementi non strutturali degli edifici, con la formazione di crepe o la caduta di intonaci e la perdita di ortogonalità di porte e finestre, tale da pregiudicarne un’agevole apertura/chiusura. Sequenze sismiche di magnitudo significative (M=4-4.5) e con frequenze elevate (più eventi al giorno) sono in grado invece di provocare - potenzialmente - danni più consistenti.