Mostre, a Castel dell'Ovo "Le stanze di Tato Russo". De Luca: Un omaggio a un uomo libero e un grande artista


Mostre, a Castel dell'Ovo "Le stanze di Tato Russo". De Luca: Un omaggio a un uomo libero e un grande artista

13/06/2019 - Nel settembre del 1984 oltre ventimila persone in tre giorni parteciparono ad uno spettacolo che segnò la storia del teatro partenopeo degli anni '80. Si chiamava "Le stanze del castello" e raccontava la storia della Piedigrotta napoletana portando in scena più di 450 tra attori e tecnici. Oggi, a distanza di trentacinque anni, una mostra, in programma dal 14 giugno al 28 luglio 2019 a Castel dell'Ovo di Napoli, ne celebra il ricordo e con esso soprattutto la figura di Tato Russo, suo creatore, tra i più importanti esponenti della scena teatrale napoletana.

Presentata questa mattina nella sala "Francesco De Sanctis" di Palazzo Santa Lucia, l'esposizione dal titolo "Le stanze di Tato Russo. Gli anni del coraggio", è un percorso di invenzioni e di testimonianze, arricchito da installazioni, da proiezioni, suggestioni sonore, creazioni scenografiche, costumi, bozzetti, maquettes, oggetti come vere opere d'arte, provenienti da memorabili spettacoli. Un percorso che si snoda nei diversi ambienti di Castel dell'Ovo in un itinerario di conoscenza, in cui il visitatore viene guidato dalla voce stessa di Tato Russo. L'evento è realizzato dal Teatro Bellini con la Regione Campania e il Comune di Napoli, in collaborazione con la Scabec.

Alla conferenza stampa di presentazione insieme al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, lo stesso Tato Russo, l'assessore alla Cultura del Comune di Napoli Nino Daniele e il curatore della mostra (con Marialuisa Firpo e Gabriella Grizzuti) Giulio Baffi.

Si tratta di un "omaggio doveroso" da parte delle istituzioni a "un uomo libero" che "si trascina dentro un impegno civile, una propensione irriducibile a sognare qualcosa di diverso e a combattere comunque" dice De Luca che di Tato Russo ricorda anche l'ironia pungente nonché il grande contributo offerto alla crescita culturale della città.

Obiettivo della Regione, assicura il Governatore, è quello di "non disperdere il patrimonio di cultura di Napoli e della Campania" e per questo è in via di realizzazione "un progetto di digitalizzazione" di tutto materiale esistente. Grazie a questo "anche tu - dice De Luca rivolgendosi all'attore - rimarrai nella storia della cultura della città e della società civile, di quelli che non intendono affondare nella palude del trasversalismo, dell'opportunismo e delle cose dette a metà".

"Il suo carattere così forte e complesso - dice Daniele - incarna perfettamente l'anima migliore di questa città".

"Ringrazio per questo omaggio e per l'amore che sento intorno a me - dice Russo - Ho iniziato negli anni Settanta, un tempo senza video e molte testimonianze e ricordi di quel periodo sono solo audio. Anni difficili in cui c'era solo Eduardo e poco più. Anni di scommesse sociali, civili, politiche". 

LA MOSTRA
L'esposizione si sviluppa in "stanze" immaginate come emozioni, in cui viene rivelato il Tato artista, attore, regista, scrittore, saggista.
Così nella stanza dedicata a "L'Uomo" si incontra un ambiente interamente dedicato ai suoi scritti e alle sue letture in cui il visitatore potrà sfogliare pagine, appunti, copioni, scritti. Ma potrà anche, tra le "visioni ritrovate" dei suoi spettacoli, entrare in contatto con le sue emozioni più terrene segretamente conservate nel camerino: un ambiente soffuso in cui sono esposti i suoi oggetti (gli amuleti, il baule, le foto) riproduce, in chiave rivisitata, I'idea del primo camerino del Teatro Bellini. La sala delle Carceri è dedicata anche ai costumi e agli oggetti di scena. Tanti costumi esposti o proiettati avvolgono il pubblico in un'atmosfera magica.

I plastici degli spettacoli e i bozzetti di scena di Aldo De Lorenzo, Tonino Di Ronza e Renato Lori, sono invece esposti nella Sala Sirena "II Teatro" insieme alla Maschera di Pulcinella che Tato Russo ha interpretato otto volte. Un'intera parete, inoltre, è dedicata ai mille artisti e tecnici che hanno lavorato con lui in tutti questi anni.

Nell'ultima sezione della mostra "II Sognatore" è messo al centro il Tato Russo visionario: le sue poesie, il gusto della polemica, la musica. Il ricordo di quell'opera metafisica che lui portò proprio in questi luoghi: lo spettacolo sulla storia della Piedigrotta Napoletana che ruppe i classici schemi di palco, quinte e compagnia.

Nell'itinerario espositivo sarà dedicato uno spazio speciale anche allo sguardo di chi ha osservato il lavoro di Tato Russo attraverso l'obiettivo, con le foto di Tommaso Le Pera e di Fabio Donato. Nella sala proiezioni, che chiude il percorso di visita, ogni giorno verranno riprodotti filmati di alcune tra le opere più famose dell'artista.

Tutte le informazioni su www.scabec.it/lestanzeditatorusso/.