Rifiuti, proposta di legge per la riforma del sistema
La Giunta regionale ha approvato la proposta di legge per il riordino del sistema gestionale dei rifiuti. Un primo passo per il processo di riordino dell'intero ciclo visto che trasferisce ai Comuni la competenza esclusiva gestionale di tutte le parti del sistema: dal prelievo e trasporto dei rifiuti allo smaltimento finale, così come stabilito dalla normativa statale.
La delibera, inoltre, rappresenta anche un passaggio fondamentale per la tutela dei livelli occupazionali dei lavoratori dei Consorzi. La proposta prevede di suddividere il territorio regionale in 7 Ambiti territoriali ottimali. Quattro di questi Ato coincidono con i confini amministrativi delle province di Avellino, Benevento, Salerno e Caserta. Per la provincia di Napoli, il cui bacino di utenza è nettamente più vasto, in attesa della definizione dell'Area Metropolitana, è stata prevista la suddivisione del territorio in tre Ambiti, ognuno dei quali costituisce un bacino di circa un milione di abitanti. All'interno di ogni Ato è stata poi operata una ulteriore suddivisione in 35 Sistemi territoriali operativi (Sto), aree geografiche omogenee per quantitativi di rifiuti prodotti, densità abitativa, caratteristiche morfologiche e possibilità di utilizzo degli impianti.
I Comuni, dunque, svolgeranno le funzioni di organizzazione del servizio loro attribuite dalla legge, in forma obbligatoriamente associata: toccherà alle Conferenze d'ambito (enti di governo degli Ato) pianificare il servizio, attuarlo e determinare la tariffa.
Per quanto riguarda il personale, invece, la legge prevede il divieto di procedere a nuove assunzioni fino al completo reimpiego delle unità dei Consorzi di Bacino.
Il personale, inoltre, può anche essere impiegato per l’assolvimento dei compiti di vigilanza ambientale, di prevenzione del fenomeno di abbandono incontrollato di rifiuti, di controllo della qualità del servizio e di gestione degli impianti a supporto del ciclo, con particolare riferimento ai centri di raccolta, agli impianti di valorizzazione delle diverse frazioni merceologiche e di trattamento della frazione organica.
Questa norma necessita di un sostegno normativo nazionale anche per consentire l'accesso alla cassintegrazione straordinaria per quel personale che, per effetto delle disfunzioni degli ultimi dieci anni, oggi non è stabilmente impegnato in attività operative.
Inoltre, è già stato avviata con il ministero dell'Ambiente una intensa interlocuzione per raggiungere tale obiettivo.
"E' una ipotesi di legge regionale che, in coerenza con la normativa statale sulle competenze e sui servizi pubblici locali, lascia ai Comuni la massima libertà di organizzazione del ciclo, senza imporre modelli calati dall'alto e rispettando la forte eterogeneità territoriale della Regione”, ha dichiarato Giovanni Romano, assessore all'Ambiente della Regione Campania. “Occorre – aggiunge - però rispettare i tempi stabiliti per le decisioni e la conclusione dei processi amministrativi e, nello stesso tempo, rispettare gli obiettivi posti dalla legge in materia di raccolta differenziata, riduzione dei rifiuti, riutilizzo e miglioramento della qualità delle raccolte per ridurre le quantità da smaltire”. “Sotto questo punto di vista, l'autonomia decisionale dei sindaci deve necessariamente coniugarsi con il principio della responsabilità istituzionale considerato che i Comuni, per legge, sono gli unici soggetti preposti a gestire tutte le fasi del ciclo”, conclude l’assessore.