"L’approvazione da parte della Giunta regionale del protocollo di intesa tra la Regione e il carcere di Secondigliano per la costituzione di una cooperativa sociale formata dai detenuti che, all'interno della struttura penitenziaria, coltiveranno l'appezzamento agricolo, composto da un orto di circa un ettaro e da due serre, e avvieranno un percorso di reinserimento sociale e lavorativo, è una risposta importante all’esigenza, da tutti sostenuta, di carceri a dimensione più umana".
Così Daniela Nugnes, consigliere del presidente Caldoro per l'Agricoltura.
"I detenuti – spiega – grazie al supporto tecnico fornito dai funzionari dell'assessorato all'Agricoltura, già nel corso di quest'anno sono stati impegnati nella sperimentazione di un progetto di coltivazione, lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli estivi. Ora, con la sottoscrizione del protocollo di intesa sarà possibile costituire una cooperativa sociale e, quindi, anche commercializzare i prodotti".
Nell'orto saranno coltivate principalmente le varietà orticole tipiche della Campania: per il periodo invernale saranno prodotti tra l'altro fave, piselli, la cipolla bianca di Pompei, il cavolo bianco di Napoli e i friarelli.
"Per le coltivazioni è stato scelto il metodo biologico. Il prossimo passo sarà quello di ottenere la certificazione biologica delle produzioni. Si tratta di una iniziativa che offrirà a queste persone la possibilità non solo di imparare un mestiere, ma anche di potersi reinserire nella società una volta espiata la pena detentiva. È sicuramente un progetto con un forte impatto sociale che punta a ridare agli istituti di pena il vero ruolo di struttura di riabilitazione", conclude la Nugnes.