17/06/2019 - La lotta alla violenza sulle donne al centro del dibattito che si è svolto questa mattina nella sala Francesco De Sanctis di Palazzo Santa Lucia dal titolo "Io ci sono – La testimonianza di Lucia Annibali e l'eredità di Anna Costanza Baldry".
Proprio Annibali, che nel 2013 fu vittima di un terribile attacco con l’acido da parte del suo ex e che oggi siede in parlamento in qualità di deputata, è tra i protagonisti della giornata introdotta dai saluti di don Tonino Palmese, presidente della fondazione Polis della Regione Campania, promotrice dell'iniziativa, e di Chiara Marciani, assessore regionale alle pari opportunità.
Insieme a loro il deputato Paolo Siani e la senatrice Valeria Valente, presidente della commissione d'inchiesta sul femminicidio, il prefetto Raffaele Cannizzaro, commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e intenzionali violenti, Rosaria Manzo ed Enrica Amaturo, rispettivamente vicepresidente della Fondazione Polis e presidente del comitato scientifico della stessa fondazione, Paola Di Nicola, magistrata e scrittrice, Anna Sorrentino del dipartimento di psicologia dell'università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, Antonietta Bozzaotra, presidente dell'ordine degli psicologi della Campania. A moderare l’incontro il presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli.
“Questo dibattito – dice don Tonino Palmese - ci aiuta ad uscire da un profondo senso di colpa. Il titolo ‘Io ci sono’ ci fa pensare che purtroppo noi come Fondazione, presi da altre cose, sul tema del femminicidio troppe volte non ci siamo stati. Siamo stati impegnati tantissimo sul fronte della lotta alle mafie ma la violenza purtroppo non è circoscritta alle bande criminali. Dunque oggi vorremmo dire ‘scusate il ritardo’. Sappiamo che su questo tema occorre lavorare prima che sia troppo tardi ma sappiamo anche che alla fine non è mai troppo tardi”.
L’assessore Marciani svela quindi i dati del fenomeno che in Campania iniziano ad essere allarmanti. “Sono circa duemila – dice – le donne che ogni anno si rivolgono ai centri antiviolenza. Molte sono maggiorenni ma ci sono anche 39 minori. Il dato significativo è che tante di loro chiedono aiuto avendo già una refertazione medica o psicologica della violenza”. Poi ricorda le azioni messe in campo dalla Regione Campania come le linee guida per l’attuazione del codice rosa nelle Aziende Sanitarie e nelle Aziende Ospedaliere. A tal riguardo, annuncia, “partiranno da luglio corsi di formazione per gli operatori in tutte le strutture sanitarie della regione. Stessa cosa avverrà alla scuola di polizia locale con cui abbiamo siglato un accordo”.
Valente recentemente eletta presidente della commissione d'inchiesta sul femminicidio, spiega come il fenomeno sia il frutto di una cultura radicata nella nostra società: “Basti pensare che negli anni 80 ancora esisteva il delitto d’onore. Agli inizi degli anni 90 la violenza sessuale era considerata dal nostro codice come un reato contro la morale e non contro la persona. Da allora abbiamo fatto passi in avanti significativi. Di certo l’impianto normativo va migliorato ma possiamo dire che oggi è abbastanza sufficiente”. Il punto vero, per Valente, è quello di affrontare il problema della violenza non solo in termini repressivi. “La castrazione chimica non è una soluzione – aggiunge - Occorre costruire le fondamenta di una cultura profondamente diversa, iniziando dalla famiglia e dalla scuola dove ancora oggi prevalgono vecchi stereotipi”.
La base da cui partire, dice poi Siani, può essere “la mozione di Lucia Annibali approvata all'unanimità alla Camera. Segno che la lotta alla violenza sulle donne non è un tema di divisione politica. La parte più difficile ora, e questo deve essere l’impegno di tutti, è quella di riuscire far applicare queste linee guida”. Contestualmente, aggiunge il deputato, occorre “lavorare sulla prevenzione sfruttando ciò che già abbiamo e creando una rete di sentinelle sul territorio”.
Delle linee guida parla più diffusamente Lucia Annibali. “Il nostro obiettivo – dice – era quello di offrire la possibilità alle donne che chiedono aiuto di sapere che non sono sole e che c'è una speranza”. Si punta per questo alla formazione degli operatori. Ma “nelle linee guida – aggiunge Annibali, ci sono indicazioni anche per quanto riguarda la repertazione e l’individuazione delle prove. L’impegno di questa giornata – conclude - deve essere quello di lavorare affinché questo lavoro non rimanga una semplice enunciazione di principi”.
Il prefetto Raffaele Cannizzaro annuncia che entro un mese sarà approvata una modifica al regolamento attuativo della legge 122 del 2016 che riguarda gli indennizzi per vittime di reati violenti, in cui sono inclusi anche i casi di femminicidio. "Attualmente parliamo di cifre risibili – spiega il commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e intenzionali violenti - pari a 7-8mila euro per i figli di madri vittime di femminicidio. Quest'indennizzo, credo tra un mese, sarà quintuplicato. Non arriveremo a cifre esorbitanti ma comunque sarà possibile arrivare a circa 35mila euro". Il regolamento "è ora all'attenzione dei ministeri dell'Interno, della Giustizie e dell'Economia. Parliamo di indennizzi ai figli delle vittime ma anche di forme di sostegno alla loro vita, agli studi futuri e alle famiglie che prendono in carico i minori”.
Rosaria Manzo ricorda quindi che in Campania “negli ultimi 30anni le vittime di violenza sono state 84”. Contro dati così allarmanti, “ognuno di noi deve fare la propria parte” come pezzo di una catena nella quale “nessun deve essere lasciato solo. Solo così potremo tentare di arginare questo fenomeno”.
Appassionato e durissimo è poi l’intervento del giudice Paola Di Nicola. “Le vittime non sono tutte uguali - dice - quelle di camorra o di terrorismo sono credute, quelle di violenza maschile no. Alle donne non crediamo, questa è tragica realtà, una responsabilità collettiva. Se non combattiamo questa cultura la violenza sulle donne continuerà ad esserci per altri 40mila anni”.
Altra protagonista della giornata è Anna Costanza Baldry, la psicologa nominata Cavaliere dell'Ordine al Merito da Sergio Mattarella per il suo impegno nella lotta alla violenza sulle donne e recentemente scomparsa. L’attrice Veronica Mazza legge in sala un suo scritto. Poi Anna Sorrentino, sua collaboratrice degli ultimi anni, traccia un ricordo sentito della studiosa sottolineandone la “grande eredità” trasmessa in termini di “strumenti e metodologie per il contrasto alla violenza di genere”.
Gli ultimi interventi sono quelli di Enrica Amaturo e di Antonella Bozzaotra. La prima sollecita attenzione nei confronti dei figli delle vittime di violenza di genere, divenuti orfani di madri uccise e di padri in galera o morti suicidi. La presidente degli psicologi conclude: “Stiamo attenti a non moltiplicare inutilmente gli interventi ma facciamo sinergia. Creiamo quella rete necessaria a prevenire e combattere un fenomeno così preoccupante”.
A trarre le conclusioni è l'assessore Marciani che sottolinea come questo "dibattito sia solo un punto di partenza. Lavoreremo sulle tante cose di cui abbiamo parlato oggi. Ci concentreremo sui problemi dei pronto soccorsi e ci rivedremo per confrontarci sull'attuazione delle linee guida".