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Open data, ok alla legge. Campania tra le prime in Italia

Open data, ok alla legge. Campania tra le prime in Italia

Il disegno di legge sugli ''open data'' (dati aperti) per la trasparenza, la valorizzazione e la riutilizzabilità dei documenti e dei dati pubblici di cui la Regione Campania e' titolare è stato approvato all’unanimità  dal  Consiglio Regionale della Campania.

Il disegno di legge ''Disposizioni in materia di trasparenza amministrativa e di valorizzazione dei dati di titolarità regionale'', presentato dagli assessori regionali Guido Trombetti e Pasquale Sommese, era già stato approvato all’unanimità nelle due commissioni regionali competenti. 

La Campania è la terza regione in Italia a dotarsi degli open data, dopo Lombardia e Lazio.

L’obiettivo è garantire la piena accessibilita' dei dati, dei documenti pubblici in formato digitale e, in generale, delle informazioni pubbliche ed il pieno riconoscimento della passibilità di riutilizzarli per favorire trasparenza e partecipazione a beneficio dei cittadini della Campania.

“La Giunta regionale – sottolinea il vicepresidente della Regione con delega alla Ricerca Guido Trombetti, che ha presentato in aula il testo -  muove un importante passo verso l’innovazione della Pubblica Amministrazione nella direzione dell’open government avviata nel dicembre 2009 dall’amministrazione del presidente Barack Obama con una direttiva che ne fissava i principi. Principi semplici ed innovativi. Riassumibili nelle indicazioni, a Governi e Amministrazioni dello Stato, ad aprirsi e rendersi disponibili alla società. La Pubblica Amministrazione è oggi uno dei maggiori produttori e detentori di informazioni strutturate e certificate. Un patrimonio oggi non completamente messo a valore. Per di più pubblico, finanziato con fondi pubblici. Per il quale servono strategie che facciano non solo emergere ma soprattutto moltiplicare tale valore. Quando ero rettore dell’Università di Napoli Federico II mi sono battuto perché i materiali didattici fossero organizzati, classificati e facilmente accessibili su web. Molto lavoro è stato fatto. Il progetto FEDERICA, per esempio, tra i più citati nel settore del web learning, offre 300 corsi, 5000 lezioni aperte a tutti. È tra le prime esperienze in Italia ad offrire corsi e lezioni in podcast. L’open data -ha concluso il Vice Presidente Guido Trombetti- è un cammino lungo per costruire e rappresentare la più importante infrastruttura sul territorio. La sua conoscenza. Una conoscenza con la quale costruire altra conoscenza”.

“L'approvazione della legge regionale sugli Open Data - dichiara l'assessore al Turismo, alle Autonomie e al Personale Pasquale Sommese - rappresenta uno straordinario atto di apertura alle comunità, alla occupazione, alla trasparenza e, non ultimo, alla efficacia amministrativa del settore pubblico. Con questa legge la Regione si dota di strumenti indispensabili che vanno non solo ad integrare le migliorie già introdotte con il nuovo Ordinamento degli Uffici,  ma che renderanno sempre più facile ed efficace la comunicazione tra la Pubblica Amministrazione, gli Enti Locali e le Comunità territoriali.  E' una vera e propria rivoluzione nel rapporto tra cittadini e P. A. , e si va delineando in tal modo il progetto di una Regione manageriale, dipartimentale ed interdisciplinare in cui le informazioni prodotte e raccolte,  diventino valore aggiunto per lo sviluppo economico,  liberando  settori occupazionali strategici  per lo sviluppo e l' innovazione. Il prossimo passo dovrà essere la redazione ed approvazione del Regolamento d’uso degli Open data in Campania,  con le specifiche della licenza d’uso, le linee guida per le priorità da seguire nella messa a disposizione dei dati, la redazione di un catalogo degli stessi completo dei relativi metadati, ed infine la pubblicazione sul sito web della voce trasparenza valutazione e merito.   

Scheda

Con il termine Open Data si introduce un nuovo paradigma nella gestione dei dati: questi sono resi accessibili a chiunque abbattendo, le restrizioni tecnologiche ed imponendo vincoli legali minimi al riuso dei dati (sono naturalmente esclusi da questa categoria i dati vincolati da leggi e norme quali ad esempio quelle del diritto alla privacy, della tutela della proprietà intellettuale, del segreto di Stato, del segreto statistico, della flora e fauna protetta, ecc.).

Secondo l’Open Knowledge Foundation “un contenuto o un dato si definisce aperto se chiunque è in grado di utilizzarlo, ri-utilizzarlo e ridistribuirlo, soggetto, al massimo, alla richiesta di attribuzione e condivisione allo stesso modo”.

Altre definizioni sono state poi introdotte per ambiti più specifici, come ad esempio, gli Open Goverment Data con cui si indicano gli open data della PA. Un esempio di definizione è quella fornita dalla Open Knowledge Foundation  per la quale gli Open Government Data” sono dati che “possono essere liberamente usati, riusati e  distribuiti da chiunque” e che “sono prodotti o commissionati dalla PA o da entità controllate”.

Nel sito dell’Agenda Digitale Italiana il richiamo dell’art. 9 del decreto legge 179 del 18 ottobre 2012 (Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese) recita:“I dati e le informazioni forniti dalla pubblica amministrazione dovranno essere obbligatoriamente pubblicati in formato aperto (cd. open data). In questo modo sarà possibile ampliare fortemente l’accesso a informazioni di pubblica utilità, favorendone il riutilizzo per analisi, servizi, applicazioni e soluzioni, con sensibili ricadute dal punto di vista della crescita economico-sociale. Tali dati avranno una licenza d’uso aperta e saranno dunque utilizzabili – in primis da persone affette da forme di disabilità sensoriali - senza alcun tipo di restrizione.”