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L’esperienza insegna che il coinvolgimento delle comunità locali non può essere governato esclusivamente da un ordine imposto. La funzione di guida deve più opportunamente “governare il disordine”, facilitando la crescita di chi localmente esprime disponibilità ad un tipo di cooperazione per molti versi inedita. Poiché, in un sistema che opera al massimo dell’efficienza, più facilmente si possono generare errori, v’è la perentoria necessità di chiarire a priori il “chi fa che cosa”. Il protocollo attuativo ha, dunque, previsto lo svolgimento di corsi teorico-pratici di 50 ore formative, da eseguirsi parallelamente nei diversi ambiti provinciali, dedicati alle figure professionali coinvolte nella ReteIMA (medici e personale di comparto del 118, di Pronto Soccorso, della Medicina d’urgenza e, ovviamente, di ambito cardiologico).

La catena delle responsabilità è stata analiticamente descritta e preventivamente formalizzata in un Manuale Operativo recentemente rivisto, con la versione 2.0, alla luce delle rinnovate Linee Guida della Società Europea di Cardiologia del settembre 2017 per evitare che, a fronte di nuove prassi, rimanga l’idea che, comunque, responsabile di ogni cosa sia solo il medico. Circa i dettagli su finalità, obiettivi, dotazione strumentale, strategie terapeutiche, modello organizzativo, ruolo e standard delle Unità di Terapia Intensiva e dei Laboratori di Emodinamica inseriti nella ReteIMA si rimanda al già citato DCA n. 29/2013.
Per la definizione dei Bacini di Utenza e delle Unità di Rete, invece, il riferimento risiede istituzionalmente nel Piano di Programmazione Regionale della Rete Ospedaliera, che ha il compito di traghettare gli standard nella realtà ospedaliera regionale (il documento vigente è il DCA n. 33/2016.