08/10/2013 - "L'amministrazione regionale, dopo aver consultato la propria avvocatura ha deciso di intraprendere ogni azione a tutela dell'interesse pubblico e dell'immagine della Regione stessa con richiesta di risarcimento dei danni provocato alle imprese agricole e al sistema economico della Campania", così Daniela Nugnes, assessore all'Agricoltura della Regione Campania.
"Non è pensabile - aggiunge - che ci possa essere un intervento in danno alle imprese agricole regionali e alla Regione Campania così massiccio da parte del sistema della grande distribuzione nazionale per scelte che sembrano dettate da motivi meramente commerciali, forse non supportate da dati scientifici adeguati e che mi auguro non siano motivate da mera attività di speculazione".
"Contestualmente - aggiunge - ho già programmato un incontro con le organizzazioni professionali agricole e i sindacati di categoria per valutare, congiuntamente, quali ulteriori iniziative sia opportuno adottare. La Campania ha prodotti agricoli di eccellenza e non è possibile criminalizzare un intero comparto per ferite circoscritte ad un'area della nostra regione. Il fenomeno dei roghi e dello smaltimento dei rifiuti tossici nell'area ormai denominata Terra dei fuochi è tristemente noto, ma non per questo, possiamo consentire che la Grande distribuzione boicotti i prodotti campani che, alla stregua di tutti i prodotti commercializzati, vengono sottoposti a numerosi e rigorosi controlli analitici prima di arrivare sui bancali dei supermercati.
La Campania, occorre ricordarlo, ha una superficie agricola totale di oltre 700mila ettari e l'agroalimentare produce un fatturato di circa 5 miliardi di euro all'anno. Questa produzione viene realizzata in quasi tutti i 551 comuni della Campania, ivi inclusi i 77 appartenenti al Sin (Sito di interesse nazionale) Litorale Flegreo e Agro Aversano, che unitamente alla città di Napoli sono noti, appunto, come "Terra dei fuochi". Comuni, peraltro, fortemente antropizzati che rappresentano solo il 14% del totale, mentre, invece, lArea Vasta di Giugliano, con i suoi circa 2.200 ettari, rappresenta solo lo 0,3% della Superficie agricola totale. D'altra parte, anche i dati in possesso dell'Istituto superiore della sanità evidenziano che, in quelle aree come la Vasta di Giugliano, non è stato riscontrata, sui prodotti agricoli esaminati, alcuna evidenza scientifica che possa giustificare l'allarmismo di queste ore.
"Inoltre - prosegue - è partito già da quasi un anno il progetto Life Ecoremed che si propone di produrre un protocollo per la bonifica ecocompatibile dei suoli agricoli inquinati basata su tecnologie di origine agricola in quattro siti pilota del Sin Agro Aversano-Litorale Domitio che creeranno dei veri e propri cuscinetti ecologici a ridosso dei siti inquinati e a tutela delle produzioni. Nella stessa direzione si colloca anche il protocollo di intesa predisposto di concerto con l'assessorato all'Ambiente per la caratterizzazione dei suoli agricoli nei comuni di Caivano e di Casal di Principe, una analisi top-soil che ci permetterà di avere in tempi brevi una mappatura dei terreni di quelle aree dove già sono stati effettuati gli scavi.
"L'assessorato all'Agricoltura è al lavoro da tempo per mettere a punto iniziative che garantiscano la sicurezza dei cittadini-consumatori e per tutelare il lavoro degli imprenditori agricoli professionali che, in questo momento, sono a loro volta vittime di questa emergenza", conclude la Nugnes.