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Verbale di incontro - OCM

 

In data 15 Giugno 2016, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, si è tenuto un incontro sul sito di Nusco della società OCM.

Alla riunione erano presenti:

  • per il Mise il Dott. Giampietro Castano, coordinatore dell’Unità per la gestione delle vertenze delle imprese in crisi (UGV) e la Dott.ssa Silvia Bellato della UGV;
  • per la regione Campania l’Assessore al lavoro Dott.ssa Sonia Palmeri e la Dott.ssa Antonella Bocchetti dell'Assessorato alle Attività Produttive della Regione Campania;
  • il Sindaco di Montemarano Beniamino Palmieri e il Sindaco di Montella Ferruccio Capone;
  • per la OCM l’Avv Antonio Larocca (consulente legale), l’Ing Vito D’addario (Direttore stabilimento di Nusco), e il Rag. Rosario Russo (consulente del lavoro);
  • le OOSS nazionali e territoriali UGL.

Il Dott. Castano ha aperto l’incontro chiedendo ai rappresentanti della Società di spiegare per quale motivo la OCM ha deciso di chiudere in maniera così repentina il sito di Nusco.

La società ha replicato che considerate le perdite generate dalla Società nell’esercizio 2015 oltreché nel primo trimestre 2016, tali da indurre i Soci alla riduzione necessaria del capitale sociale, l’obiettivo della cessazione dell’attività (e della delibera di messa in liquidazione) è quello di soddisfare, integralmente, i creditori sociali, in primo luogo i lavoratori, ed evitare l’accesso alle procedure concorsuali.

Il Dott. Castano ha quindi sottolineato che si tratta di un’ azione volontaria e ha chiesto spiegazioni in merito alle origini delle difficoltà della OCM evidenziando che, in una lettera ai suoi collaboratori (inviata in copia al Mise), l’Ing. Cellino ha ricordato che all’epoca dell’ acquisizione del sito di Nusco è stato assunto dalla attuale OCM il 50% di forza lavoro in più rispetto a quella all’epoca necessaria.

I rappresentanti della Società hanno affermato che i costi del personale non sono l’unica ragione delle difficoltà della società e che vanno invece considerati come determinanti della crisi di OCM la crisi patita, di anno in anno, a far data dal 2008, dal settore del movimento terra ed il conseguente calo dei volumi produttivi, che, insieme, hanno determinato la improseguibilità dell’intrapresa produttiva in Nusco.

Il Dott. Castano ha replicato che l’assenza di mercato è una dichiarazione generica per motivare la crisi e ha chiesto di entrare maggiormente nel dettaglio dato che, nel 2010, la situazione del mercato movimento terra non era favorevole.

La società ha replicato che all’epoca dell’ acquisizione l’Ing. Cellino si era basato su autorevoli previsioni di ripresa che sono state poi smentite dalla prolungata crisi.

Le OOSS hanno dichiarato quanto segue:

  • a seguito della crisi delle macchine movimento terra ha avuto luogo una riconversione di Nusco sul settore ferroviario che ha avuto un risultato positivo e che ha consentito a OCM di prendere delle commesse alle quali la società ha rinunciato (cliente Ansaldo Breda Hitachi);
  • nel 2014 la OCM era quasi vicina al break even point (e questo succedeva prima di trasferire le commesse di Nusco in Polonia);
  • le OOSS non accettano il fatto che l’imprenditore si sia appropriato del Know-how e delle commesse di OCM portandole in altri siti del gruppo e si opporranno alla vendita dei macchinari del sito di Nusco;
  • l’Ing. Cellino nel giugno 2015 ha proposto ai lavoratori di chiudere la OCM e di fondare con un altro socio da lui già individuato così come risulta dal verbale di incontro tra le OOSS e l’Azienda del 21 Giugno 2015 (l’Ing. Cellino non ha mai favorito un incontro tra le OOSS e il nuovo socio) una newco dove sarebbero stati assorbiti tutti i 98 dipendenti dell’attuale OCM;
  • il 4 Marzo 2016 l’Ing. Cellino ha proposto una newco alla quale avrebbero potuto partecipare anche i lavoratori con azionariato diffuso (solo pochissimi lavoratori su 100 non hanno dato la loro disponibilità all’azionariato diffuso) e aveva anche illustrato il piano per il 2017 della suddetta newco. Nell’ambito di tale piano era stata chiesta ai lavoratori una riduzione del costo del lavoro di 200.000 euro all’anno che le OOSS hanno accettato;
  • i lavoratori non ricevono lo stipendio da due mesi (aprile-maggio) e non sono ancora stati elaborati dalla OCM i cedolini di Maggio;
  • se la società non sanerà alcune situazioni pendenti con il fondo Cometa (versamento quote primo trimestre 2016) ci saranno problemi per il riscatto da parte dei lavoratori delle loro posizioni;
  • il 21 giugno 2016 circa il 90% dei lavoratori entrerà in mobilità.

Le OOSS hanno in conclusione chiesto cosa la OCM sia disponibile a fare per agevolare i lavoratori.

Il Dott. Castano ha preso atto che la disponibilità dei lavoratori per un azionariato diffuso è un evento straordinario e da considerare e ha ricordato che il Mise è disponibile a supportare la ricerca di eventuali nuovi investitori. Ad oggi i soggetti che si sono affacciati al Mise non hanno purtroppo presentato un progetto concreto ma hanno solamente chiesto di ottenere delle commesse e il Mise ha ricordato che non è compito delle istituzioni quello di dirottare commesse su singole società.

I rappresentanti della Società hanno affermato:

-che l’Ing Cellino aveva richiesto ai lavoratori, nel contesto di una ipotesi di rilancio, di concorrere con un sacrificio, anche economico basato su tre punti:

  • sospensione ticket mensa
  • sospensione permessi retribuiti
  • revisione inquadramento contrattuale

ma il sindacato ha respinto le sue proposte.

Precisando:

-che alcuna proposta, tantomeno quella di intervento nel capitale sociale della Ocm, mediante un cd. “azionariato diffuso”, sia mai stata formalizzata al liquidatore;

-che le attività di cessione dei beni, già avviate dal liquidatore, non sono differibili, a maggiore ragione considerando che la Società ha già ricevuto più di una intimazione di pagamento da parte di creditori sociali;

-che differire o ritardare le fasi del programma di liquidazione, mancando una documentata ragione, esporrebbe il liquidatore a responsabilità per non avere fedelmente e con la diligenza professionale richiesta dalla legge, adempiuto ai compiti del proprio ufficio.

Il Sindaco di Montemarano ha dichiarato che nonostante sia giusto analizzare come si è arrivati alla attuale situazione, il territorio deve comunque guardare al futuro. L’azienda non deve lasciare un “contenitore vuoto” ed è opportuno congelare la situazione così come è adesso lasciando i macchinari all’interno del sito per tentare una reindustrializzazione.

In chiusura il Dott. Castano ha ricordato che, nonostante sia stato deciso di intraprendere la strada della liquidazione, scelta legittima ma considerata grave dato che si sono delle alternative perseguibili, i tempi di tale procedura non sono determinati a priori.

La strada intrapresa è quella più comoda per l’imprenditore ma meno per i lavoratori. L’appello del Ministero è quindi di non forzare in tempi dato che ciò costituirebbe un danno per il territorio.  A parere del Mise i lavoratori,  la loro disponibilità all’ azionariato diffuso e il capannone costituiscono un patrimonio che può essere speso e si tenterà pertanto di cercare un nuovo investitore.

L’Assessore Palmeri ha dichiarato che la Regione Campania è disponibile ad accompagnare i processi di riqualificazione dei lavoratori nel caso in cui ci siano degli imprenditori intenzionati a rilanciare il sito di Nusco e ha rivolto un appello alla OCM a non smembrare questa realtà.

Il Sindaco di Montella, nell’apprezzare la disponibilità dei lavoratori, ha chiesto alla società di differire la procedura di liquidazione di due-tre mesi per dare il tempo alle istituzioni di cercare delle alternative alla chiusura e ha chiesto che qualsiasi trattativa di liquidazione della società venga canalizzata attraverso il Mise.

La Società ha ribadito l’indifferibilità delle attività di liquidazione invitando l’ O.S. ad intervenire presso i lavoratori acché il liquidatore non incontri ostacoli alla propria attività e possa avere libero accesso all’opificio, per espletare le attività richiestegli dalla Legge precisando che, ovemai il Liquidatore dovesse incontrare ostacoli nell’accesso, dovrà, suo malgrado, fare ricorso alle procedure previste dalla Legge.

Il Mise ha chiuso l’incontro rinnovando l’appello alla Società a concedere del tempo alle istituzioni per verificare se ci siano degli imprenditori interessati a una reindustrializzazione del sito e ha chiesto ai rappresentanti della Società un riscontro a breve. Il tavolo rimane aperto.