20/10/2017
È stato presentato oggi, 20 ottobre 2017, presso la sede del Banco di Napoli, il 7° Rapporto Annuale di SRM su “Le Relazioni Economiche tra l’Italia e il Mediterraneo”.
Il convegno è stato aperto dal presidente del Banco di Napoli,Maurizio Barracco, dal presidente di SRM, Paolo Scudieri e dal presidente della Fondazione Mezzogiorno Europa, Umberto Ranieri. A seguire si è tenuto l’intervento del direttore generale del Banco di Napoli, Francesco Guido che ha introdotto i lavori con la relazione intitolata “Il ruolo della Banca nell’Area”.
Successivamente Massimo Deandreis, direttore generale di SRM e Alessandro Panaro, responsabile dell’Area di ricerca “Maritime & Med Economy” di SRM hanno presentato i risultati del Rapporto. Dopo la presentazione della ricerca si è svolta la sessione “La nuova centralità del Mediterraneo, occasione per rilanciare una politica di stabilità e sviluppo in cui Italia e Mezzogiorno siano protagonisti” in cui sono intervenuti il Ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti e il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan.
Il rapporto di quest’anno, oltre che alle relazioni commerciali ed alla presenza delle imprese italiane in questi mercati, punta ad analizzare anche le dinamiche dei traffici marittimi e degli investimenti in portualità e logistica sono in corso di realizzazione nel Mediterraneo, in particolare da parte della Cina, con l’obiettivo di incrementare e facilitare i rapporti commerciali con i Paesi del Bacino.
Uno spazio della ricerca è stato dedicato alle ZES-Zone Economiche Speciali con analisi di casi studio di eccellenza con particolare riferimento al Marocco (Tanger Med) ed all’Egitto (Suez); tale strumento è stato introdotto recentemente dal Governo con l’obiettivo di favorire l’attrazione di investimenti di imprese, nazionali ed internazionali, nel Mezzogiorno ed aumentare il flusso di traffici mercantili negli scali del Sud.
Maurizio Barracco, presidente del Banco di Napoli: “La nuova centralità del Mediterraneo rappresenta oggi una concreta opportunità di sviluppo e stabilizzazione dell’area. L’Italia deve recuperare il suo ruolo strategico e geo-economico sia sotto il profilo infrastrutturale (portualità, energia) sia sotto il profilo economico-finanziario. Generare occasioni di business e assicurare copertura bancaria ai nostri investimenti in questi Paesi è il miglior modo di contribuire in modo serio a reciproche prospettive di stabilità e sviluppo”.
Francesco Guido, direttore generale del Banco di Napoli: “Il Rapporto approfondisce un tema di forte attualità come le ZES. Il Banco di Napoli, che è da sempre al fianco delle imprese che intendono crescere, investire ed aumentare sempre più la proiezione internazionale verso i mercati del Mediterraneo e del Golfo, ha definito degli accordi con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale – Porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia e con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio – Porto di Taranto, per garantire alle costituende ZES tutto il supporto finanziario di cui hanno bisogno le imprese per realizzare i loro investimenti, siano essi infrastrutturali che imprenditoriali”.
Paolo Scudieri, presidente di SRM: “Il nostro progetto di ricerca intende dare un contributo alla comprensione della dimensione geo-economica del Mediterraneo. Il volume che presentiamo oggi, ricco di cifre e dati, analizza in profondità questi fenomeni; per SRM il Mediterraneo risulta un luogo molto più centrale e strategico di quanto non fosse 15 o 20 anni fa. L’Italia, con un Mezzogiorno protagonista, ha di nuovo la possibilità, così come nei secoli passati più volte è stato, di svolgere un ruolo di “ponte” con l’Europa. Un’opportunità concreta che tocca a noi saper cogliere”.
Massimo Deandreis, direttore generale SRM: “Tutti i principali indicatori lo segnalano: cresce il Pil di questi Paesi; aumenta il loro reddito pro-capite; è cresciuto in modo esponenziale l’interscambio commerciale. Aumentano gli investimenti, soprattutto nel settore infrastrutturale. E poi ci sono gli indici riferiti a portualità e logistica che sono spinti dagli effetti del nuovo Canale di Suez. Tutto ci indica che vicino l’Italia e in particolare al Mezzogiorno, passano flussi economici e finanziari importanti. Comprendere queste dinamiche è il primo passo per agganciarle e recuperare un ruolo centrale per il nostro Paese”.